“Il vino da sempre ha accompagnato l’uomo nella storia.
Il vino è cultura. La cultura è un filo che risale la storia
e non si interrompe mai, si tramanda, si prende dal passato
e si porta nel futuro”.Gaetana Jacono
La cantina siciliana Valle dell’Acate venne fondata da Giuseppe Jacono e la sua famiglia alla fine del XIX secolo, nel Feudo Bidini, tra i colli della Valle del Dirillo, nei pressi di Acate, cittadina del ragusano nota per il suo immenso patrimonio paesaggistico e architettonico. In un contesto unico ed irripetibile, tra l’arte barocca e la campagna che si perde tra le dune di sabbia fino al limpido mare, è da sempre dedita alla coltivazione vitivinicola, producendo vini per l’esportazione in Francia. Dopo sei generazioni, oggi è Gaetana a guidare l’azienda. Dopo aver abbandonato la carriera di farmacista, affiancò suo padre, già attentissimo alla qualità e alla tradizione dei vitigni autoctoni, apportando però un approccio biologico ai vigneti, diventando eco-sostenibili e moderni nelle tecnologie, per produrre un vino che potesse andare in tutto il mondo, facendo crescere la produzione dalle 30mila bottiglie l’anno alle 400mila di oggi.
A che età la tua passione per il vino?
Provengo da una famiglia di viticoltori da sei generazioni. Ma oltre il vino da sei generazioni siamo imprenditori agricoli: di agrumi, di grano, di terra. Dopo diversi tentativi di farmi prendere strade diverse, il richiamo della terra è stato più forte di tutto, ma l’ho declinato “a modo mio “. Ho pensato sin dal primo giorno di mostrare la Sicilia operosa, una buona Sicilia che ha le carte in regola per essere apprezzata nel mondo e in questi anni in Sicilia I’ abbiamo dimostrato ampiamente nel settore del vino, dove abbiamo fatto sistema, collaborato tutti insieme (e mi riferisco alla mia generazione di viticultori) portando il vino siciliano al successo. Adesso il più è fatto, e le nuove generazioni sanno che lavorare nel vino in Sicilia è un opportunità, non solo per avere un lavoro ma per fare impresa, un traguardo non da poco!
Cerasuolo di Vittoria è sempre un cavallo di battaglia della Maison?
Lo è , insieme al nostro II Frappato Vittoria Doc, al quale siamo legati da un legame ancora più antico, e che ci ha reso famosi nel mondo, quando si dice Frappato si pensa a II Frappato di Valle dell’Acate. Il Cerasuolo di Vittoria docg , rimane però il cuore dell’origine della mia scelta vinicola, è il vino del mio territorio. Dice Gaetana: “E’ l’unica DOCG che ha una storia antica e tutta propria. E’ un vino molto delicato rispetto ai vini siciliani, un matrimonio perfetto tra la mascolinità del Nero d’Avola e l’eleganza e l’energia femminile del frappato. Un vino che non sovrasta mai il cibo ma che vi cammina al fianco. Oggi gode di una grande rispettabilità, ancora però la strada per la notorietà che merita la stiamo percorrendo e non finiremo di percorrerla”.
Sono nati da poco i Bellifolli, vini bianchi e rossi con etichette molto particolari e accattivanti, ce ne vuoi parlare?
Una linea di vini brillanti nata da una riflessione fatta in seguito al successo del Frappato in Italia e nel mondo: un vino fresco, leggero. Un rosso da abbinare anche al pesce che sta in buona compagnia con tante cucine internazionali. E che piace ai giovani!!! Bellifolli è un progetto che rappresenta la volontà di Valle Dell’Acate di rinnovarsi e che va nella direzione dei Millennials, un pubblico giovane che ama bere vini leggeri, da degustare con gli amici per l’aperitivo, in enoteca, al ristorante oppure a casa in famiglia. La loro cultura enologica è in forte crescita ma sono anche molto attratti dall’immagine e dal packaging accattivante. Da qui l’esigenza di un ringiovanimento che non dimentica di valorizzare e reinterpretare la cultura secolare barocca siciliana, patrimonio Unesco, i vitigni internazionali che trovano la loro dimora in Sicilia, la passione e la convivialità italiana”. Bellifolli sintetizza il carattere e i contrasti siciliani: la bellezza e la follia, la luce e l’ombra, il mare in burrasca e la camera dello scirocco che ha trovato la sua veste identitaria in una delle meraviglie dell’isola siciliana, il Barocco.
Parlaci della tua Sicilia.
Quando parlo della Sicilia all’estero, parlo di un grande continente con piccoli territori che hanno una grande peculiarità. Noi tutti siamo testimoni di una buona Sicilia imprenditoriale che rimane comunque un luogo difficile ma che ha anche superato tante grandi difficoltà con orgoglio e che oggi è ricca di belle esperienze, di gente che scommette e di eccellenze.
La Sicilia di oggi è un luogo di investimenti, ma è anche un” buen ritiro” per imprenditori, artisti, intellettuali, c’è chi continua a creare, ispirato da tanta suggestione e chi si riposa, è “un continente” fruibile dove chi viene rimane stregato dalla bellezza e dai suoi contrasti. La provincia di Ragusa, in special modo con Scicli, Ibla e Modica, città patrimonio dell’Unesco, rappresentano davvero l’eccellenza, non sono nell’architettura, ma nel vino, nel cibo, quattro ristoranti stellati e una scelta gastronomica davvero eccellente. E’ un piccolo tesoro all’interno della Sicilia, che oggi è riconosciuto dal mondo intero.
Quali sono i principali punti vendita del tuo vino?
L’estero da sempre rappresenta il nostro primo mercato, gli Usa e poi il Giappone sono stati i primi mercati ad apprezzare e portare al successo i vini Valle dell’Acate. Oggi anche L’Europa, ma è arrivata dopo, quando si è capito che la Sicilia del vino non era solo Nero d’Avola, “denso”, ma anche vini eleganti come il Cerasuolo di Vittoria docg e il Frappato doc Vittoria.
Nuovi progetti?
“Il progetto “che vede la luce ora e al quale stiamo lavorando dal 2013, con il consulente enologo Carlo Casavecchia che ci segue da allora è la creazione del vino simbolo di Valle dell’Acate, il Cerasuolo di Vittoria Cru 2013, la nostra perla della produzione. La creazione di un Cru deve essere celebrata attraverso un nome non solo distintivo, ma unico: in grado, cioè di raccontare una storia e di sovvertire le regole”. Va anzitutto raccontata la natura di questo vino. In esso, Nero d’Avola e Frappato si uniscono per dare vita a un Cerasuolo di potente eleganza. All’origine del nome c’è un passo dantesco di straordinaria bellezza, in cui si descrive come due iridi si riflettano l’una con l’altra, creando un terzo cerchio di fuoco:
.. .parvermi tre giri
di tre colori e d’una contenenza;
e l’un da l’altro come iri da tri
parea reflesso, e 7 terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiri…
Sono rimasta conquistata dalla forza visionaria di questa simbologia, che meglio di qualsiasi altra metafora esprime lo spirito con cui è stato creato questo Cru. Dalle iridi – le molteplici note del Nero d’Avola e del Frappato – sorge un’aura fiammante: un vino che emoziona in modo autentico. Ecco dunque che in “Iri da Iri” – un frammento di questo passo – è stato individuato il nome perfetto. È un nome memorabile, quasi palindromico. Un nome che colpisce e che incuriosisce, e che non è semplicemente una parola, ma quasi un canto. E, al tempo stesso, è in sé un suono e un’immagine.
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