Le Donne del Vino hanno selezionato storie al femminile di grappoli intrisi di magia. Noi vi diciamo com’è andata…
Le vigne con una storia alle spalle. Quelle che, immerse nella loro terra e nei loro profumi, hanno moltissimo da dire. Forse solo le donne hanno davvero la pazienza e la tenacia per ascoltarle, per scoprirne la saggezza gustosa e farla condividere. Ne può nascere un viaggio affascinante, tra i vigneti con oltre ottant’anni; come quello che, all’ultima edizione di Vinitaly, è stato non a caso organizzato dalle Donne del Vino, guidato dalla presidente Donatella Cinelli Colombini.
Con lei, anche con un “Virgilio” speciale, Ian D’Agata, che ha permesso di unire in armonia dieci storie differenti con un ingrediente irresistibile: quello della magia ha ricordato che solo i vecchi vigneti sanno narrare, specchio di un lavoro importante e faticoso. Un lavoro che unisce le generazioni, perché spesso negli occhi e nelle parole delle donne che presentano il loro vino si riflette l’orgoglio di un padre che ne ha tracciato la via. Che ha reso questo mestiere una passione irresistibile, come un patto segreto che di fronte ai calici si può solo sussurrare.
Dieci etichette, che attraversano sei regioni del nostro Paese e ne svelano la complessità, la biodiversità, la varietà. E questi vigneti storici – come ha ribadito D’Agata dicono moltissimo, con il loro timbro distintivo e i loro tratti di complessità e finezza. Una saggezza che si sprigiona per l’olfatto e il palato, nutrendosi però anche dell’immagine dei territori.
Tra gli incontri che più ci sono rimasti impressi, quello del Sangue di Drago 2015 di Marco Donati, la selezione di Teroldego capace di trasmettere la dedizione delle generazioni che si sono date il cambio nel segno di una leggenda, tramandata anche da un colore cupo che si scioglie nei sentori di frutta di bosco e nella struttura robusta e morbida insieme.
Ma anche il Cerasuolo di Vittoria docg “Classico” 2014 di Valle dell’Acate, che offre una varietà di sensazioni all’olfatto, dalla ciliegia alla liquirizia, e accarezza il palato. E ancora il Barolo docg Lazzarito Riserva 2011 di Ettore Germano, che si porge con tutta la sua eleganza.
Degustare queste etichette è un’esperienza intensa, che acquista ulteriore linfa da un piccolo esercizio grafico: unire le direzioni di questi vini e scrivere con decisione la parola ulteriormente magica, Italia. Perché sono appunto storie che solo il nostro Paese riesce a raccontare, anche grazie alle donne.
Ecco i protagonisti, con le loro produttrici e narratrici.
- Annalisa Zorzettig (Cividale del Friuli, Friuli Venezia Giulia), Zorzettig, Malvasia Myò Vigneti di Spessa doc Friuli Colli Orientali 2016
- Gilda Martusciello Guida (Quarto, Campania), Salvatore Martusciello, Ottouve Gragnano della Penisola Sorrentina doc 2017
- Elisabetta Donati (Mezzacorona, Trentino Alto Adige), Azienda Marco Donati, Teroldego Rotaliano doc Sangue di Drago 2015
- Eliana Maffone (Pieve di Teco, Liguria), Tenuta Maffone, Ormeasco di Pornassio Superiore doc 2015
- Gaetana Jacono (Acate, Sicilia), Valle Dell’Acate, Cerasuolo di Vittoria docg “Classico” 2014
- Silvana Raniolo (Vittoria, Sicilia), Tenuta Bastonaca, Etna Rosso doc 2014
- Restituita Somma (Bacoli, Campania), La Sibilla, Vigna Madre doc Campi Flegrei, Piedirosso 2013
- Elena Bonelli (Serralunga d’Alba, Piemonte), Ettore Germano, Barolo docg Lazzarito Riserva 2011
- José Rallo (Ragusa, Sicilia), Donnafugata, Ben Ryé Passito di Pantelleria doc 2015
- Michela Marenco (Strevi, Piemonte), Marenco Vini, Passrì di Scrapona Strevi doc Moscato Passito